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PROGETTO: "MOLDAVI IN ITALIA".

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Ghid pentru orientarea şi integrarea socială a moldovenilor în Italia. Acest Ghid poate fi descarcat aici:http://issuu.com/tatiananogailic/docs/ghid_2_pentru_migrantii_moldoveni_italia

MOLDOVENI IN ITALIA. III editie.

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Ghid pentru orientarea şi integrarea socială a moldovenilor în Italia. Acest Ghid poate fi descarcat aici:http://issuu.com/tatiananogailic/docs/guida_2014_assomoldave

OSPITI DI LABOR TV

giovedì 5 novembre 2009

TUTTE LE FOTO QUI:

http://picasaweb.google.it/assomoldave/CONVEGNOMOLDAVIINITALIA


AMBASCIATA MOLDOVA IN ITALIA
CARITAS DI ROMA
CONVEGNO: “MOLDAVI IN ITALIA”


INTERVENTO
(Associazione delle donne Moldave in Italia).
Lo spirito di mio intervento e quello di completare chi mi ha preceduto, quindi mi limiterò ad illustrare le “Difficoltà dei moldavi in Italia”.
Prima di tutto dobbiamo essere consapevoli che i migranti sono classificabili in due distinte categorie con relative differenti problematiche.
Abbiamo prima di tutto i moldavi con regolare permesso di soggiorno, e in questa categoria si contano i moldavi che possiedono anche la cittadinanza rumena.
Secondariamente esistono i moldavi irregolari, che purtroppo oggi con il nuovo “pacchetto sicurezza” risultano e ricomprendono anche clandestini.

A) QUINDI BREVEMENTE ANALIZZO PRIMA ALCUNI PROBLEMI CHE RIGUARDANO I MOLDAVI REGOLARI - COME OGGI SONO IO.

1. Personalmente ho vissuto con terrore l’attesa, prima del rilascio e poi del rinnovo del permesso di soggiorno. Un’attesa durata in un caso due anni, nel secondo un anno e mezzo. Durante queste attese (come per tutto il tempo da irregolare) ci è impedito di tornare in Patria. Questo ci fa sentire non considerati da nessuno, tanto da sentirci inesistenti e invisibili.

2. Una volta ottenuto il permesso di soggiorno, tra i moldavi che coltivano l’idea di rimanere in Italia c’è il problema della cittadinanza. Questo è un altro motivo di lunghe attese burocratiche ma soprattutto di sofferenze e disagi nell’affrontare il lungo e difficile processo di assorbimento della cultura italiana.

3. Diverso è il problema per i moldavi che invece vogliono tornare in Patria. Non hanno interesse ad integrarsi, sono insensibili ai processi d’integrazione. Si isolano e sono interessati a partecipare quasi esclusivamente alle iniziative della Comunità moldava.

4. Sia per chi vuole integrarsi, sia per chi è solo temporaneo in Italia, la difficoltà maggiore è quello di conoscere e comprendere la complessità della vita sociale in Italia. I problemi maggiori derivano dalle innumerevoli leggi, dalla loro incomprensione e dalla loro interpretazione che aumentano incertezza e insicurezza.
Questo è un problema per voi italiani, figuriamoci per noi moldavi.
Basta pensare alla richiesta del Certificato di residenza richiesto per ottenere la Carta di Soggiorno. Infatti a fronte di un'unica legge regionale ogni Municipio di Roma ha una procedura diversa che va da una richiesta minima di 2 a un massimo 12 certificati.

B) – INVECE PER QUANTO RIGUARDA LE DIFFICOLTÀ CHE INCONTRANO I “MOLDAVI IRREGOLARI”

È INNANZITUTTO NECESSARIA UNA RIFLESSIONE SULL’ULTIMA SANATORIA:

Si è trattato di un successo parziale, perché i risultati non hanno soddisfatto le attese. Se è vero che il numero previsto è stato raggiunto solo a metà, significa che in Italia esiste tuttora un numero assai elevato di irregolari.
Uno dei motivi dell’insuccesso è dovuto al massiccio licenziamento attuato dai datori di lavoro prima della sanatoria. Ciò è avvenuto soprattutto per le seguenti cause:
□ eccesivo costo a carico del datore di lavoro;
□ timori dei datori di lavoro verso la burocrazia nella fase applicativa nella legge;
□ possibilità di reperire sul mercato lavoratori pendolari romeni a basso costo.

Ma il maggior difetto della legge è stato quello di aver imposto la sanatoria esclusivamente per coloro che avevano un solo datore di lavoro, escludendo cosi tutti coloro che lavoravano con una molteplicità di datori di lavoro.
In altri termini una colf che lavorava anche 12 ore al giorno con più datori di lavoro, non ha avuto la possibilità di mettersi in regola.

Personalmente ho inutilmente denunciato quello che stava accadendo al Prefetto Moricone del Ministero di Interni responsabile del procedimento legislativo.




IN MERITO AI DISAGI CHE INCONTRANO I CONNAZIONALI COSIDDETTI IRREGOLARI MI LIMITO A SEGNALARE I SEGUENTI:

1. Non essere in regola oggi equivale a essere clandestino, ossia un fuorilegge, quindi è notevolmente peggiorata l’esistenza dei clandestini. Eppure noi tutti sappiamo che gran parte delle colf clandestine che lavoravano 12 ore al giorno con più datori di lavoro seguitano a lavorare con maggiori disagi nonostante erano disposte a pagare di persona i costi della regolarizzazione.

2. Non essere in regola significa non poter accedere a diversi servizi, inoltre non si può affittare una casa ci si sente perseguitati e spiati. In queste condizioni si è costretti all’isolamento per la paura di essere intercettate dalle forze dell’ordine perdendo così il contatto con la Realtà. Con il tempo le persone isolate dalla società, dalla paura e dalla disperazione si rifugiano nell’ombra.
Mi auguro che non accada pure al nostro Paese dover scoprire lo stesso prezzo che stanno pagando molti lavoratori Romeni e filippini, i quali nei loro paesi devono essere curati dalla SINDROME ITALIA.
Si tratta di malattie mentali invalidanti, con illusioni di persecuzioni e maltrattamenti e ossessioni ricollegabili alle attività lavorative svolte in Italia..

C. PER CONCLUDERE NON MANCANO I PROBLEMI COMUNI SIA AI LAVORATORI REGOLARI CHE IRREGOLARI.
Tra questi segnalo il problema dei figli che studiano nelle scuole italiane. Si crea di fatto una frattura tra la cultura dei genitori e la cultura dei bambini i quali a tutti gli effetti si sentono di cultura italiana. Il risultato è che rifiutano la propria cultura di origine e non desiderano più tornare in patria. Questi ragazzini non sentono più la patria d’origine ma allo stesso tempo non riescono a sentirsi completamente integrati nella nuova società. Riconoscergli cittadinanza e nazionalità italiana sarà un contributo decisivo per la loro completa e definitiva integrazione.

T E R M I N O
affermando che molti di questi problemi possono trovare sollievo da una maggiore comunicazione e informazione che invece manca nella nostra comunità moldava.
La mia associazione è impegnata nella comunicazione sociale e personalmente cercherò di impegnarmi ancora di più per sperimentare i nuovi mezzi che la tecnologia ci offre, per migliorare la nostra virtuale comunità moldava.

Ringrazio L’ambasciatore Gheorghe Rusnac e dottor Franco Pitau che hanno promosso questo utilissimo convegno che è riuscito a riunire tutte le realtà moldave presenti a Roma.
Altrettanto Ecaterina Deleu che a curato per noi la sezione dedicata ai Moldavi nel “Osservatorio Romano sulle Migrazioni”.
NOGAILIC TATIANA
05/11/2009
Una delle comunità più in crescita,vive soprattutto al nord ovest .
Roma, 5 nov.
Sono quasi 90 mila i cittadini moldavi residenti in Italia alla fine dello scorso anno e poco più di 100 mila se si considerano i lavoratori per i quali è stata presentata domanda di regolarizzazione: una comunità consistente - la decima per numero di presenze - e che ha nell'Italia un riferimento importante.
Nel corso degli ultimi dieci anni l'immigrazione di moldavi nel nostro Paese ha avuto tassi di crescita eccezionali: poco più di 4 mila presenze nel 2001, 38 mila quelle registrate alla fine del 2004, fino agli attuali 100 mila. Solo nel corso del 2008 i residenti moldavi in Italia sono cresciuti di quasi un terzo (30,4%), a fronte di un aumento medio della popolazione straniera residente del 13,4%. Sono i dati della ricerca 'I moldavi in Italia: situazioni e prospettive' realizzata dal Dossier statistico immigrazione della Caritas diocesana di Roma, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes in collaborazione con l'Ambasciata della Repubblica di Moldova, che verrà presentata questa sera alle ore 17 presso la sede della Società 'Dante Alighieri' a Roma.
Si tratta di un'immigrazione prevalentemente femminile (67% del totale), che conta 15 mila minori iscritti nelle scuole italiane, che ha come punti di riferimento le province di Padova e Roma (entrambe con circa 8 mila residenti) e che vede l'inserimento lavorativo soprattutto nel settore domestico (32%), nell'edilizia (12%) ed in imprese di servizi e pulizie (11%). Dal punto di vista dell'insediamento territoriale i moldavi in Italia vivono soprattutto nelle regioni del nord ovest (35,2%), seguite da quelle del nord est (27%) e del centro (25,1%). Pochi al sud (9,1%) e nelle isole (3,7%).
All'incontro di oggi parteciperanno il direttore della Caritas romana monsignor Enrico Feroci, dell'Ambasciatore della Repubblica di Moldova Gheorghe Rusnac, del vice capo vicario del Dipartimento Libertà civili e immigrazione del Ministero dell'Interno Mario Ciclosi, del presidente della Società 'Dante Alighieri' Bruno Bottai, e di studiosi, ricercatori ed altri rappresentanti del mondo politico ed imprenditoriale dei due paesi. "Quello moldavo è un paese segnato da tassi di povertà ancora molto alti rispetto ai vicini e che ha nelle migrazioni anche un importante fattore di sviluppo, sia in termini di capitali monetari attraverso le rimesse, sia in termini di creazione di capitale umano e professionalità" ha dichiarato Feroci, anticipando il lavoro che verrà presentato stasera. Per Feroci "come già avvenuto in altre esperienze di paesi dell'Europa orientale che oggi sono nell'Unione Europea, le migrazioni aprono la strada ad opportunità di investimento e sviluppo nel paese di origine e rafforzano i rapporti di collaborazione tra i governi". http://www.apcom.net/newscronaca/20091105_182401_4c493d3_75350.html