“Soggiorno, lavoro e integrazione” sono le impostazioni operative alla luce dei numeri secondo la Caritas .
“Il numero degli immigrati e il ritmo della loro crescita – spiega Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione - impongono che le procedure burocratiche per il soggiorno siano più agibili. Attualmente i termini di legge costituiscono un ‘diritto di carta’ e, non essendo rispettati, sono di grave pregiudizio nell’educazione alla legalità e nel perseguimento di una strategia concreta di accoglienza”.
Sono numerosi, secondo la Caritas, le situazioni critiche: “l’acquisizione dei documenti necessari per il disbrigo delle pratiche è diventata una sorta di corsa a ostacoli, costosa in termini di tempo e di soldi. Pensiamo ai visti, ai permessi di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari, alle pratiche per la cittadinanza e a diversi altri impedimenti”. Le procedure per l’inserimento nel mondo del lavoro “erano già problematiche al momento della loro introduzione nel 1986 e lo sono diventate ancor di più a partire dal 2002, quando sono state rese più rigorose, anche perché nel frattempo è aumentato notevolmente il numero degli immigrati di cui gestire il collocamento. È lo stesso decreto annuale sui flussi a registrare le sacche di irregolarità che si formano”.
Proprio alla luce dell’esperienza dei decreti flussi, la Caritas torna a chiedere la reintroduzione della “venuta per la ricerca del posto di lavoro” che aiuterebbe a rispondere sia alle esigenze dei controlli di polizia che alla flessibilità dell’incontro tra domanda e offerta. Nelle conclusioni del suo intervento, Franco Pittau sottolinea che “le statistiche evidenziano normative inefficaci o inopportune, comportamenti lesivi della legge, atti di discriminazione e di razzismo” per questo la Caritas chiede miglioramenti che evitino di trasformare l’immigrazione in una “realtà periferica”.
On-line la sintesi del Dossier, i capitoli integrali di Roma e Lazio e gli interventi dei relatori nel convegno di presentazione >>>