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PROGETTO: "MOLDAVI IN ITALIA".

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Ghid pentru orientarea şi integrarea socială a moldovenilor în Italia. Acest Ghid poate fi descarcat aici:http://issuu.com/tatiananogailic/docs/ghid_2_pentru_migrantii_moldoveni_italia

MOLDOVENI IN ITALIA. III editie.

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Ghid pentru orientarea şi integrarea socială a moldovenilor în Italia. Acest Ghid poate fi descarcat aici:http://issuu.com/tatiananogailic/docs/guida_2014_assomoldave

OSPITI DI LABOR TV

sabato 12 dicembre 2009


Il Comitato Multietnico sono lieti di invitarVi al gran evento Natalizio
"SUONI E COLORI"
che si svolgerà domenica 20 dicembre 2009
ore 17.30 nel Auditorium SGM Conference Center
Via Portuense, 741 - Roma.

Jimmy Trujillo
Presidente


E' polemica religiosa in Moldova, Paese ortodosso,per la decisione del governo filo occidentale di riconoscere il 25 dicembre come Natale.
La Chiesa ortodossa moldava celebra il Natale il 7 gennaio in base al vecchio calendario giuliano e fa sapere che ''La decisione di decretare il 25 dicembre come giorno di festa e' senza precedenti e viola le tradizioni secolari del popolo moldavo''.
(ANSA) - MOSCA, 11 DIC
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2009/12/11/visualizza_new.html_1645316623.html

MOSTRA
Onora il padre e la madre. Badanti “Badanti”.
Via Procaccini 4, Polifemo Fabbrica del VaporeUn numero sempre più consistente di donne straniere abitano le nostre case per svolgervi quelle mansioni che tradizionalmente erano delegate alle figure femminili della famiglia, in particolare la cura e l’assistenza agli anziani, che il progressivo ingresso delle donne italiane nel mercato del lavoro, l’evoluzione della famiglia, divenuta mononucleare, e l’endemica carenza dell’offerta pubblica di servizi rischierebbero di lasciare nell’abbandono. La mostra nasce dalla volontà di riconoscere e comprendere la condizione esistenziale e psicologica della “badante” e di rappresentarne per immagini il processo di “trasferimento” e di vero e proprio “trasloco” di emozioni, sentimenti, affetti dal proprio paese e dalla propria famiglia di origine – e nei confronti della quale e’ costretta a consumare un’assenza affettiva non risarcibile in cambio di un reddito che puo’ migliorare il tenore di vita dei propri cari – verso un mondo e un modello culturale i cui codici sono tutti da comprendere, ma che implica e richiede un urgente investimento relazionale. Protagoniste del reportage di Roberta Valerio sono quattro donne dell’Est Europa che lavorano in provincia di Udine: Danuta (Polonia), Halyna (Ucraina), Ioana (Romania ) e Vera (Moldova). La mostra fotografica e’ un progetto dell’associazione culturale VICINO/LONTANO di UdineRoberta Valerio. Nata a Udine nel 1973 e laureatasi in legge all’Università di Bologna, vive a Parigi dal 1998. Fotografa indipendente, si occupa di questioni sociali, studiando e registrando con il suo obiettivo i mutamenti della società contemporanea. Ha lavorato come stampatrice all’Agenzia Magnum Photos di Parigi. Nell’ambito della rassegna di mostre fotografiche personali Il lavoro nell’Italia contemporanea, ciclo di mostre fotografiche personali a cura di Polifemo, da giugno a dicembre 2009 presso Polifemo. Milano fino al 23/12/2009
http://fidest.wordpress.com/2009/12/11/expo-roberta-valerio/



BAMBINI SENZA RADICI.
Ricostruire l‘albero genealogico della propria famiglia può creare un profondo senso di vuoto per i bambini cresciuti senza genitori, “senza radici”. E’ questa la riflessione di Mihai, un alunno che frequenta la scuola dell’istituto moldavo di Carpinemi. L’occhio attento di Nina Secrieru, assistente sociale che lavora nell’istituto insieme allo staff di Ai.Bi., ha riportato le emozioni del bambino:
“Ogni albero, per poter crescere deve avere delle radici forti. Altrettanto succede con le persone. I bambini orfani non hanno un passato, non hanno delle “radici” ed alcuni di loro, neppure una famiglia.
Nell’istituto di Carpineni, durante una lezione di romeno, gli alunni della 4° elementare hanno avuto come compito quello di disegnare l’albero genealogico. E’ stato chiesto ai bambini di alzarsi in piedi e presentare il loro compito. Tutti ascoltavano in silenzio e con tanta attenzione le varie presentazioni, esposte a turno dai compagni. Tutti i bambini rispondevano orgogliosamente alle domande della maestra circa le loro origini.
Quando è arrivato il turno di Mihai, il bambino si è alzato in piedi ed ha fatto la presentazione del suo “Albero” con una semplice frase. Mihai ci ha solo detto: “Io sono dal distretto di Cimislia, villaggio di Topala, sul tronco del mio albero c’è scritto “Non ho madre, non ho padre”; su uno dei rami c’è scritto il nome di mio fratello: Igor”.
Nella classe è calato il silenzio e tutti i bambini si guardavano senza capire perché il compito di Mihai fosse così breve. In quel momento, Mihai ha abbassato la testa e ha detto: “Da me non viene nessuno… nessuno mi prende e mi porta a casa… “
Nessuno aveva mai visto Mihai così triste, perché i compagni lo considerano un bambino sempre pieno di allegria e vivace.
Anche la maestra era rimasta senza parole e, dopo un breve momento di disagio, si è avvicinata a Mihai per aiutarlo a compilare le parti dell’Albero. Gli ha detto che non deve credere di essere solo al mondo, visto che ha un fratello maggiore che gli vuole bene e le persone del villaggio gi sono sempre vicine.
È questo il modo in cui cerchiamo di aiutare i bambini senza famiglia a non sentirsi soli… Non sempre riusciamo a coinvolgere anche “i vicini di casa” dei nostri beneficiari, o semplicemente, la gente di un paesino a diventare delle persone di riferimento per i bambini senza casa e senza genitori. Ma fin quando non ce la faremo, non smetteremo mai di lottare per queste piccole “piante senza radici”.