Il Comitato Multietnico sono lieti di invitarVi al gran evento Natalizio
Jimmy Trujillo
Presidente
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUrx7L9I1VFOH5XTCLFJ22RCWlVTMVPUhvWQ75_Z8ncNc6u_77UEjERJjNdjtkpUvVGROrWN0-lGfTlyrx2mEkJNViSczsEB91ynF9ifQltXEh-INUP-rCk31mziN3wBa4QIw0q2Q83huP/s400/kirill-large.jpg)
E' polemica religiosa in Moldova, Paese ortodosso,per la decisione del governo filo occidentale di riconoscere il 25 dicembre come Natale.
La Chiesa ortodossa moldava celebra il Natale il 7 gennaio in base al vecchio calendario giuliano e fa sapere che ''La decisione di decretare il 25 dicembre come giorno di festa e' senza precedenti e viola le tradizioni secolari del popolo moldavo''.
(ANSA) - MOSCA, 11 DIC
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2009/12/11/visualizza_new.html_1645316623.html
http://fidest.wordpress.com/2009/12/11/expo-roberta-valerio/
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF419zFFHk5JD114Z8IPsf0DmvCJVKdcif_Bnk6gWH5bQXstLQ895fSZDVayn_LDlNLR04EptA8T_aDzfzIM60JEmtNXMnPNrPKiHsi-MkRJf4BDzzPjW7yVt3BuXgV6l-gqJQrZUXVJfp/s400/albero20genealogico.jpg)
“Ogni albero, per poter crescere deve avere delle radici forti. Altrettanto succede con le persone. I bambini orfani non hanno un passato, non hanno delle “radici” ed alcuni di loro, neppure una famiglia.
Nell’istituto di Carpineni, durante una lezione di romeno, gli alunni della 4° elementare hanno avuto come compito quello di disegnare l’albero genealogico. E’ stato chiesto ai bambini di alzarsi in piedi e presentare il loro compito. Tutti ascoltavano in silenzio e con tanta attenzione le varie presentazioni, esposte a turno dai compagni. Tutti i bambini rispondevano orgogliosamente alle domande della maestra circa le loro origini.
Quando è arrivato il turno di Mihai, il bambino si è alzato in piedi ed ha fatto la presentazione del suo “Albero” con una semplice frase. Mihai ci ha solo detto: “Io sono dal distretto di Cimislia, villaggio di Topala, sul tronco del mio albero c’è scritto “Non ho madre, non ho padre”; su uno dei rami c’è scritto il nome di mio fratello: Igor”.
Nella classe è calato il silenzio e tutti i bambini si guardavano senza capire perché il compito di Mihai fosse così breve. In quel momento, Mihai ha abbassato la testa e ha detto: “Da me non viene nessuno… nessuno mi prende e mi porta a casa… “
Nessuno aveva mai visto Mihai così triste, perché i compagni lo considerano un bambino sempre pieno di allegria e vivace.
Anche la maestra era rimasta senza parole e, dopo un breve momento di disagio, si è avvicinata a Mihai per aiutarlo a compilare le parti dell’Albero. Gli ha detto che non deve credere di essere solo al mondo, visto che ha un fratello maggiore che gli vuole bene e le persone del villaggio gi sono sempre vicine.
È questo il modo in cui cerchiamo di aiutare i bambini senza famiglia a non sentirsi soli… Non sempre riusciamo a coinvolgere anche “i vicini di casa” dei nostri beneficiari, o semplicemente, la gente di un paesino a diventare delle persone di riferimento per i bambini senza casa e senza genitori. Ma fin quando non ce la faremo, non smetteremo mai di lottare per queste piccole “piante senza radici”.