Le domande di adesione al corso, reperibili sul sito internet di Service Lazio 2000, www.servicelazio2000.it, vanno inoltrate entro il 01/10/2009 alle ore 18.00 presso la sede di Service Lazio 2000.
Il corso avrà inizio tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre .
Se foste interessati, potete contattarci ai seguenti recapiti.
Progettazione e Gestione di Interventi Formativi -
Servizi alle Imprese Cooperative
Service Lazio 2000
P.za Fernando De Lucia 20
00139 Roma
tel. 06 - 88528347
fax 06 - 88524423
a.massi@legacooplazio.it
Le opere in esposizione, saranno tutte ispirate al tema del ciclismo, così come previsto dal progetto “Due Ruote per la Moldova” ideato dall’Associazione di Promozione Sociale Italia-Moldavia (onlus) e che ha coinvolto le due realtà scolastiche moldave ed italiane.
L’evento sarà infatti, anche un’occasione per consolidare i rapporti di collaborazione e gli scambi didattici già in corso tra i due istituti, primo esperimento di gemellaggio artistico e scolastico tra i due Paesi. L’esposizione è stata patrocinata dalla Provincia di Varese, (co-finanziatrice del progetto) e dalla Camera di Commercio Italo-Moldava di Chisinau.
I lavori saranno esposti al pubblico dal giorno 15 al giorno 22 settembre, dalle ore 10 alle ore 18.
Associazione di Promozione Sociale Italia-Moldavia (onlus)
Cittadinanza: con jus soli e 5 anni di residenza 1 milione e 600 mila “nuovi” italiani.
La proposta delle Acli davanti a Fini nella giornata di apertura dell’Incontro nazionale di studi “Cittadini in-compiuti”. Andrea Olivero: «Un’occasione straordinaria per riscoprire l’amore per una patria comune»
Perugia, 3 settembre 2009 – 1 milione e 600 mila “nuovi italiani”.
«È tempo di riconoscere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati, ossia a quelle seconde generazioni che rappresentano il futuro del nostro Paese». Così il presidente delle Acli Andrea Olivero nella sua relazione di apertura. «Non si possono aspettare 10 anni di residenza per poter ottenere la cittadinanza, né appare più un segno di civiltà che un bambino nato in Italia da genitori stranieri debba attendere fino a 18 anni per poter diventare nostro connazionale. La riforma della cittadinanza diventa il banco di prova del modello di convivenza che vogliamo realizzare».
Le Acli chiedono dunque una profonda revisione della legge 91 del 1992 sulla cittadinanza. L’introduzione del principio dello jus soli conferirebbe la cittadinanza ai figli degli stranieri che nascono in Italia. Ad oggi sono 530mila. Il dimezzamento da 10 a 5 anni del tempo di residenza necessario per poter chiedere di diventare cittadino italiano interesserebbe invece oltre un milione di immigrati extracomunitari: 1.136.424. Il calcolo è stato fatto dall’Iref, l’istituto di ricerca delle Acli, tendendo conto che circa uno stranero su due, al 2006 (dati Istat), era in Italia da almeno 5 anni. Mettendo insieme i numeri si arriva a una stima di oltre 1 milione e 600 mila immigrati pronti a diventare, in base ai nuovi requisiti, cittadini italiani.
«Ma non è tanto un discorso di numeri né solo un problema di riduzione dei tempi – ha detto il presidente Olivero – Si tratta di costruire un percorso anche rigoroso ma chiaro e praticabile per l’ottenimento della cittadinanza, oggi di fatto soggetta alla discrezionalità delle autorità competenti». Basti pensare che a fronte di oltre 600mila stranieri residenti da più di 10 anni, le cittadinanze italiane concesse dal 1992 al 2007 sono state appena 261mila. 303mila ne sono state concesse in Francia solo nell’anno 2006-2007. «Quali che siano le condizioni poste dal legislatore o le competenze richieste – la conoscenza della lingua, la condivisione dei valori comuni fondamentali – esse debbono poter essere acquisite da parte dei cittadini immigrati in modo praticabile e riconosciute in modo certo e trasparente».
A chi vede un rischio nell’estensione della cittadinanza agli immigrati, Olivero risponde: «Il problema non sono gli stranieri, ma il riconoscimento dei valori comuni. La storia d’Italia è una storia di accoglienza, di inclusione e di accettazione delle differenze, pur tra luci e ombre ovviamente. Disconoscere questi valori significa disconoscere la storia e l’identità italiana, in particolare l’identità cristiana del nostro Paese». «La questione della cittadinanza agli immigrati – conclude Olivero nel suo intervento davanti al presidente della Camera Fini – ci offre un’occasione straordinaria per riscoprire l’amore per la patria comune, una patria fondata sulla credibilità delle istituzioni, sulla legalità, sulla giustizia, sul rispetto nell’agone politico e sull’accoglienza di chi bussa alle nostre porte. Questo ci scalda il cuore e ci fa sentire orgogliosamente italiani».