Mantova- Nicola Corradini
Marinoni della Cisl: Comune, Provincia e i nostri parlamentari rompano il silenzio «Siamo stufe di essere considerate fuorilegge: lavoriamo nelle vostre case da anni, vogliamo essere regolarizzate». E’ la protesta delle badanti ucraine e moldave riunitesi ieri per fare il punto sul decreto flussi. Dopo le feste di fine d’anno l’Anolf-Cisl organizzerà una manifestazione per chiedere l’intervento di sindaco, presidente della Provincia, consiglieri regionali e parlamentari mantovani.
Nella sede della Cisl di via Torelli, ieri pomeriggio, c’era un centinaio di badanti. Moldave e ucraine, soprattutto, riunite per cercare di capire cosa aspettarsi dall’imminente pubblicazione delle quote per Mantova del decreto flussi. Il problema vissuto dalla maggior parte di queste donne, quasi tutte ultraquarantenni con mariti e figli a casa che non vedono da due o tre anni, è che non sono riuscite a mettersi in regola. Troppo poche le quote loro riservate. L’anno scorso, nel famoso ‘clic day’ (perchè per inoltrare la domanda occorreva inviare via e-mail la richiesta al ministero nello stesso giorno e nello stesso minuto da tutta Italia), hanno dovuto affidare il loro presente e il loro futuro al mouse di un computer. Per 283 badanti messe in regola in quell’occasione, diverse altre centinaia (tra le 800 e le 1.000 nel mantovano, secondo le stime dell’Anolf, l’associazione della Cisl che si occupa di immigrazione) sono ripiombate nell’irregolarità. «Anche se la quota per i lavoratori domestici dovesse essere 428, come prevediamo - spiega Vittorino Marinoni, segretario dell’Anolf - ci saranno centinaia di donne e ragazze che pur lavorando già da mesi o da anni nelle case dei mantovani, accudendo anziani e disabili, resteranno nel limbo dell’irregolarità. Chiediamo che le badanti rimaste escluse dalle quote, vengano regolarizzate». Clandestine, loro malgrado. «Due mesi fa avevo lanciato un appello a sindaco, presidente della Provincia, consiglieri regionali e parlamentari mantovani - ricorda Marinoni - affinchè facessero pressione sul governo per regolarizzare la situazione di queste donne. Non ho ricevuto risposte. Per questo, l’11 gennaio, terremo una grande assemblea con tutte le badanti straniere per chiedere un aiuto alle istituzioni mantovane. Inviteremo la Brioni, Fontanili, i parlamentari e i consiglieri regionali a partecipare e rompere il loro silenzio».
22 dicembre 2008