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PROGETTO: "MOLDAVI IN ITALIA".

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MOLDOVENI IN ITALIA. III editie.

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domenica 18 gennaio 2009


Poetul Grigore Vieru a murit în această noapte .

DUMNEZEU SA-L ODIHNEASCA-N PACE!
Poetul a murit în această noapte la Spitalul Municipal de Urgenţă din Chişinău unde era internat. Potrivit medicilor de la Chişinău decesul a survenit la ora 01:30. Poetul a fost implicat într-un grav accident rutier în urmă cu două zile. Astăzi, la Chişinău urma să plece o echipă de medici români printre care şi profesorul Dan Tulbure de la Institutul clinic Fundeni.Automobilul în care se afla s-a izbit violent de un scuar de flori în regiunea comunei Dănceni, raionul Ialoveni. La volanul automobilului se afla directorul-adjunct al ansamblului "Joc", Gheorghe Munteanu, în vârstă de 47 de ani, care de asemenea este internat în secţia de reanimare, dar nu este în stare critică. Vestea morţii lui Grigore Vieru s-a răspândit rapid şi i-a îndurerat pe cei care l-au cunoscut şi apreciat ."Avea o energie extraordinară şi sărea în sprijinul tuturor. Rămâne o conştiinţă a locului şi un împătimit al românismului. Vestea dispariţiei este atât de îngrozitoare încât e ca piciorul unui pod care s-a prăbuşit şi nu mai poate fi folosit", a spus actorul Ion Caramitru.
In Russia con la povertà cresceanche la xenofobia .
E’ dello scorso mese la decisione del primo ministro russo Putin di ridurre le quote dei permessi di lavoro destinati agli stranieri, quale misura di contrasto agli effetti negativi che la crisi finanziaria globale sta avendo sull’economia del Paese.
A tale annuncio sono seguite le dichiarazioni di esponenti del movimento giovanile di “Russia Unita” (il partito di Putin), i quali, in considerazione della difficile congiuntura, hanno reclamato posti di lavoro per lavoratori russi, così che il danaro guadagnato possa alimentare l’economia nazionale, piuttosto che andare a sostentare quella di Stati stranieri. In particolare, il riferimento è stato verso la riduzione di stranieri impegnati nella vendita al dettaglio di prodotti agricoli e nell’edilizia, per lo più caucasici e centroasiatici. A tali esternazioni hanno fatto eco quanti, al contrario, sostengono che misure restrittive all’immigrazione non possono avere altri effetti se non l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli e il collasso del settore edile. Secondo alcuni giornali si tratterebbe di circa 20 milioni di persone (il che dipingerebbe lo scenario di una vera e propria invasione…); fonti governative riportano una cifra che varia dai 3 ai 6 milioni, con una perdita annua di 7 miliardi di dollari di tasse non pagate dai lavoratori illegali, a fronte di rimesse verso Tagikistan, Moldova....
La difficoltà di un conteggio verosimile di tali lavoratori è data anche dall’imprecisione della definizione di “stranieri”: per lo più, infatti, si tratta di cittadini dell’ex Unione Sovietica, i quali (tutti tranne baltici, georgiani e turkmeni) possono entrare in Russia senza bisogno del visto, cercarsi un lavoro ed ottenere un permesso trimestrale prolungabile fino a un anno. Accanto a questi, e primi per numerosità, si collocano i russi etnici che rientrano dalla Moldova, dall’Ucraina e dal Kazakhstan, i quali riescono a mimetizzarsi meglio tra la popolazione. Infine vi sono gli irregolari veri e propri, soprattutto cinesi e coreani.
Col sopraggiungere di un momento generalizzato di difficoltà economica, ecco che il potere politico identifica quale via d’uscita a salvaguardia degli interessi nazionali l’innalzamento di una nuova barriera contro “lo straniero”, contro colui che pretende di beneficiare di vantaggi che sono diritto esclusivo dei “russi di Russia”.
http://www.loccidentale.it/articolo/russia.0063701